Le aziende stanno richiedendo un cambiamento del proprio asset comunicativo? Con quali modalità?
L’attenzione per le tematiche sociali e ambientali è ormai un elemento imprescindibile di qualsiasi brief: nonostante l’utenza non sia mai stata tanto eterogenea – un boomer è molto diverso da un tiktoker – la nuova sensibilità degli utenti non si può più ignorare. Del resto, i figli influenzano i genitori (e viceversa) e moltissime aziende hanno iniziato a inserire messaggi di inclusione nelle proprie comunicazioni. Come agenzia, ci troviamo spesso a fare da “stato cuscinetto” tra i brand, spaventati dall’inevitabile cambio di rotta, e un target di consumatori in grado di mandare all’aria qualsiasi previsione. Il nostro compito in questa fase è quello di accompagnare i nostri clienti nel viaggio di marca che vogliono costruire per i loro consumatori, suggerendo di volta in volta brusche deviazioni o soste temporanee per riconnettersi con un’audience che non è mai stata così attenta.
In che modo si è riuscito a comunicare in un periodo di pandemia? Che difficoltà si sono incontrate sui diversi fronti merceologici? Si può essere originali e creare interesse intorno a iniziative differenti dalla nuova consuetudine?
Quest’anno persino al Superbowl, la vetrina pubblicitaria globale per eccellenza, la comunicazione è stata pesantemente influenzata dalla pandemia: quasi la totalità dei brand presenti hanno infatti scelto di proporre al proprio pubblico un messaggio di speranza e di fiducia nel futuro, con pochissime eccezioni. Chi ha tentato di comunicare fuori dal coro ha utilizzato l’ironia o la comicità ma, per coerenza con la propria storia comunicativa o per non correre rischi, si tratta di linguaggi che non tutti i settori merceologici si possono permettere. Per noi agenzie la parola chiave da sussurrare all’orecchio dei clienti rimane dunque quella dell’innovazione, della capacità di adattarsi ai nuovi contesti e di trovare nuove soluzioni a nuove problematiche, senza mai perdere di vista i propri valori.
In che modo le agenzie possono dialogare con efficacia con gli utenti rispettando i valori e le aspettative dei brand? Quanto è difficile oggi comunicare con dei target sempre più eterogenei, considerando il notevole aumento delle piattaforme social?
L’iper-connessione può sembrare una benedizione, per chi si occupa di comunicare sui social, in realtà è un’arma a doppio taglio: se con i moderni strumenti di marketing è infatti molto più semplice arrivare alle target personas corrette rispetto alla pubblicità tradizionale, è evidente che un’utenza costantemente bombardata da una moltitudine di stimoli diversi – che arrivano da ogni supporto che la circondi – sarà più restia a farsi conquistare da questo o quell’annuncio. Per uscire da questo impasse, come agenzia proviamo a instaurare un dialogo con il pubblico del cliente basato sullo scambio comunicativo, adeguando di volta in volta linguaggio e mezzi, senza mai perdere di vista la bussola e la mappa di ogni viaggio di marca: i valori del brand che rappresentiamo e le persone cui ci stiamo rivolgendo.