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Fabio Folla

Le aziende stanno richiedendo un cambiamento del proprio asset comunicativo? Con quali modalità? In che modo si è riuscito a comunicare in un periodo di pandemia? Che difficoltà si sono incontrate sui diversi fronti merceologici? Si può essere originali e creare interesse intorno a iniziative differenti dalla nuova consuetudine? In che modo le agenzie possono dialogare con efficacia con gli utenti rispettando i valori e le aspettative dei brand? Quanto è difficile oggi comunicare con dei target sempre più eterogenei, considerando il notevole aumento delle piattaforme social?

È proprio in periodi di grande smottamento socioculturale che il mondo della comunicazione può e deve farsi carico di una esplorazione di nuove modalità di interscambio. Il mondo procede per micro e macro cambiamenti, a volte repentini, scatti in avanti e passi indietro. La forma del comunicare è cartina di tornasole di ogni sommovimento e contorsione del vivere sociale. Ogni fase apporta e pretende diversi registri. La comunicazione non può permettersi, come altri ambiti non immediatamente coinvolti, un distacco troppo marcato da ciò che è la sensibilità corrente. Nuovi modi di vivere il mondo del lavoro, i rapporti e gli affetti, anche quelli più stretti (pensiamo ad esempio alle RSA con le intercapedini in plastica come nello spot di Tornatore) non possono essere lasciati scorrere via come esperienza senza significato. L’esperienza della DAD, lo smart working e le festività trascorse coi parenti su Zoom saranno cifra di un periodo storico. Lasceranno tracce e faranno da spartiacque tra modi di fare precedenti e successivi. Le mascherine, il gel per le mani, le distanze e l’attenzione per alcune azioni saranno terreno fertile per nuovi comportamenti, atteggiamenti e modi di dire. Asintomatico ad esempio. La forza, l’impatto e la profondità di questi mesi saranno fondativi di nuove abitudini. La speranza è che siano all’insegna di buone pratiche e nuove sensibilità verso gli altri come già dimostrano le pratiche di solidarietà verso i vicini e gli anziani dei nostri condomini. La vita della città ha ricominciato a correre ma è compito di chi costruisce la comunicazione, quello di non dimenticare l’importanza della coesione e della preziosità della condivisione tra persone.

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