Vincenzo Pastore

Sono nato a Napoli in quella stessa stradina nella quale, qualche anno prima vide i natali, e qualche Capodanno, il Principe Antonio de Curtis in arte Totò. E diciamo che questa nota rappresenta anche la massima vetta mai raggiunta da me medesimo. La mia carriera di uomo qualunque purtroppo viene macchiata nel 2010 con la vittoria del Premio Troisi, con il monologo comico “IL SUICIDIO – Teorie e tecniche di perfezionamento” che purtroppo si aggiunge a qualche altro riconoscimento ottenuto nel mondo della comunicazione pubblicitaria (ADCI, Radiofestival, Key Award, Key Press, Interactive Key Award, Shark Award, Mediastars, Grand Prix Italia) e con addirittura anche una menzione nella raccolta “Young Blood”, un librone sui “giovani, creativi e promettenti”, pur non essendo, ai tempi, né giovane, né creativo e nemmeno promettente. Da quel momento tutto sarà come prima. Come creativo pubblicitario, approfittando del vuoto legislativo, verso la fine degli anni 90 intraprendo la carriera di Copywriter che non mi darà diverse soddisfazioni. Passo senza farmi notare tra le più importanti agenzie pubblicitarie italiane e internazionali, arrivando fino alla Direzione Creativa, tra lo stupore generale e anche il mio. Nel 2014, dopo un finto allarme antincendio al quale partecipano solo in 4, mi ritrovo fuori dall’agenzia con la porta sbarrata. Dopo aver vagato per qualche minuto, capisco che non si trattava di una burla e così divento Freelance, volendo provare il brivido della Partita Iva e il marchio di evasore fiscale a prescindere. Ora faccio il freelance per diverse agenzie di pubblicità (anche con il ruolo di Direttore Creativo quando il Direttore Creativo è al bagno) ma anche per alcuni clienti diretti. Alla passione per la scrittura creativa associo la passione per la scrittura, perché in fondo sono un masochista. E il fatto di trovarmi ora qui è l’ennesima prova.